Mikamai opening party: live painting che inaugura parole

19 Luglio 2013
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Foto di valentina_sansoni on Instagram, per gentile concessione.

 

Caldo atroce, una di quelle serate umide che promettono un temporale che non arriva mai ma che fanno tanto bene alla coltivazione di orchidee oltre che alla mia immagine stile “porno diva accaldata in perenne assenza di effetto mat”.

Sono in cima a una scala a pioli, come al solito. Che se esistesse un computer in grado di contare tutti i gradini che mi sono fatta nella vita, io, novella Regina del gradino, forse risulterebbe che potrei coprire la distanza tra la Terra e la Luna, chissà. Mi piace pensare che alla Luna ci sono arrivata.

Io so, anche senza computer, che ne ho fatti tanti e sui gradini di una scala a pioli ci sto anche bene. Che da lì il mondo sembra distante e migliore, prudente e sincero, cauto e accorto. Dai gradini puoi decidere quando scendere e donarti alle persone o quando stare su e affidarti al tuo mondo, quel mondo che non ti tradisce mai perché applica le regole che hai deciso tu.

Così questa volta sono su una scala a pioli, da Mikamai, durante un party d’inaugurazione, dalle 19 del 17 Luglio, certa e convinta che il tempo a disposizione è solo il presente. “MIKAMAI WORDS” il titolo del disegno cucito addosso a quest’azienda che inaugura uno spazio di lavoro nuovo e decide di chiamarmi, per disegnare sui muri col mio pennarello bello e caro.

E dici che alla gente interessa vedermi disegnare? Dice: “Sì. Il mondo dove viviamo deve essere circondato d’arte”.

Quindi, a persone così lungimiranti e clementi, cosa vuoi dire? Vengo. Subito. Ora. Soprattutto considerando il fatto che da bere c’è dell’ottimo Soffocone d’annata.

Che lo sai qual è il punto? Che io mi stupisco ogni volta – eppure di live painting ne ho fatti, oramai- e, cosa vuoi che ti dica? Questa cosa che le persone guardano assorte e divertite e interessate a quello che disegno, lo trovo favoloso e miracoloso.

Chissà cosa ci vedono, loro?

Io ci vedo un mondo tutto mio, dove disegno principalmente quello che mi manca, quello che vorrei, quello che ho e che mi realizza e quello che desidero per tutti. Una mappa, di me, in un certo senso. Ma anche del cliente, ma anche di te, che guardi, che mica mi piace spiattellare solo la mia vita ma vedere quali sono i punti in comune con quella degli altri e, quelli, a ben vedere, ci sono sempre.

La gioia e l’amore, principalmente. E il sogno, come no, anche quello, o una canzone che ti ha ispirata (in questo caso “Dalla A alla Zeta” di Fabri Fibra) o una magia che volevi disegnare o un ricordo di un’emozione di bambina, che senti ancora forte, che si agita instancabile. E allora “MIKAMAI WORDS” diventa un incrocio di tutto questo, un abecedario moderno dove la A è di Abracadabra, la B di Blogger e così via, fino a L di Lemon hard che se in inglese vuol dire niente, chissenefrega no?

Ecco, “MIKAMAI WORDS” nasce perché a me piace (e mi piace tanto) sentire gli spazi, leggere le persone e cacciare fuori tutto sotto forma di segno nero, che danza sul muro bianco come stormo di storni nel cielo.

E io sono solo filtro, le mie mani solo bocche da cui esce un concetto fluido come parola, basta saper leggere ed è tutto chiaro, chiarissimo.

E in mezzo ci sei te, che vedi e che senti, come me o anche meglio di me. Chissà. Vorrei tanto che ne scrivessi, che ne parlassi per sapere. E invece scrivo io, che mi dai tanto quando osservi e non dici niente, oppure quando guardi e mi chiedi cosa voglio dire o, ancora, quando butti lo sguardo e voli via come se nulla fosse.

“MIKAMAI WORDS” esce dall’intonaco come il sudore dalla mia pelle, come ogni volta che parlo a un muro per dire chi sono e, quindi, per dire chi sei ma solo se, infondo, sei un’anima curiosa, che vuole leggere un abecedario, anche quando nessuno ti chiede di farlo.

Grazie anche a Micro Cippa e Giovanni Di Modica, presenti con me quella sera, a disegnare sui muri.

Vedi la gallery completa nel mio profilo Flickr QUI