Viaggio all’Ostello Bello: Luna Buona e pennarello giusto

10 Agosto 2011
Condividi su

A volte capita d’ascoltare in cuffia musica che ti fa venir voglia di disegnare fino a creare fiumi d’inchiostro.

A volte capita che le cuffie, la musica, il fiume d’inchiostro e i monti di carta, ti sigillino in casa per giorni.

A volte capita che tutto questo sprigioni, fuori da te, un mondo di cose inespresse che, finalmente, ora hanno anche una forma.

A volte capita che tutto questo venga percepito come giusto e scelto come desiderio da delle persone.

Queste persone, questa volta, sono i ragazzi di OSTELLO BELLO.

Parte da oggi un viaggio di circa dodici giorni nella tromba delle scale di OSTELLO BELLO, in via Medici al 4, Milano.

Un viaggio tra gradini, personaggi strani che si animeranno e Fischer che vanno ancora avvitate (ma ne mancano davvero pochissime).

Il primo giorno mi vede partire con un gran mal di testa e una pedalata sotto un sole severo.

“Dio, fa che sia una giornata di Luna Buona e fa che il pennarello sia quello giusto”.

Sì perché, prima di cominciare un lavoro così, ci sono due grosse incognite: la Luna Buona, ovvero il tuo umore propenso all’atto creativo e che, com’è chiaro, esula dalla tua volontà o professionalità, e il fatto che pennarello e parete vadano d’accordo.

In tutti e due i casi non so fornire spiegazioni adeguatamente convincenti neanche per mia madre… sono quelle cose che vanno così. Punto. Le devi accettare e basta.

La Luna Buona, di fatto, con la sua assenza, non è che fa si che io non riesca a disegnare, per carità! Senso del dovere e professionalità alla fine hanno sempre la meglio. Semplicemente, l’assenza della Luna Buona rende tutto estremamente faticoso e spossante.

Niente a che vedere invece rispetto a quando la Luna Buona c’è. È allora che una benefica energia fluisce lungo le braccia, fino a nutrire tutte le ossa della mano, anche le più piccine, per poi attraversare felicemente il pennarello e, infine, sfociare in un segno che risulta una fedele traduzione del pensiero che avevi in testa.

Capite bene che c’è una bella differenza.

Sul fatto del perché ci sia o meno, questa benedetta Luna Buona, ancora non v’è chiarezza ma, questo è certo, quando lo scoprirò avrò svoltato.

Per quanto riguarda il dialogo tra pennarello e parete, be’, le incognite son sempre tante ma almeno hanno una natura precisa: quella dei caratteri.

Sia le pareti che i pennarelli, hanno infatti due pessimi caratteri, propensi alla polemica sterile.

E la parete è troppo ruvida, e la parete è troppo liscia, e il colore era troppo annacquato, e l’umidità esterna ha fatto si che l’umidità interna del colore di fondo dato alle pareti se la prendesse a morte con il materiale di composizione del cartongesso, e il pennarello poi, c’ha tutta una sua sensibilità! Non ti credere sai?

Tipo che ti si ribellano contro inchiostri che han sempre fatto il loro dovere, punte che hanno sempre collaborato di colpo danno forfait, e quando il dialogo tra parete e pennarello si blocca, signori, io alzo le mani.

Gira che ti rigira, dopo anni d’esperienze varie, ho capito che il segreto è lasciarli pasturare un pochino. Parete e pennarello, quando non si piacciono al primo colpo, devi lasciarli un po’ da soli, lasciar loro il tempo di capire che, in realtà, son fatti l’uno per l’altra.

Oggi però era diverso. Oggi sono arrivata e c’era tutto quello che doveva esserci: la Luna Buona e l’amore tra il pennarello MOLOTOW 411 e i muri dell’OSTELLO BELLO.

 

Per vedere cosa succede, passare da OSTELLO BELLO, in via Medici al 4. Tutti i giorni, a tutte le ore.

Per leggere cosa succederà, passare da qui. Tutti i giorni, a tutte le ore.

Per comprare il MOLOTOW 411, passare da SPECTRUM (riapre il 19 agosto, alle 12).